Il mondo dei cavalli

Introduzione

La passione per i cavalli e in particolare l'amore per Bisi, la mia cavalla, mi hanno portato a interessarmi alla modalità con cui i cavalli comunicano tra di loro, che è stato l'argomento della mia tesina del corso di Osteopatia Equina. Durante questo mio studio Bisi ha collaborato con molta pazienza e mi ha permesso di esercitarmi con lei, ricevendo i miei trattamenti.

L'ultima foto è di Doge, il cavallo che è stato il mio paziente durante l'esame, quindi merita di essere presente anche lui nel mio lavoro, perchè ha contribuito al raggiungimento di questo bellissimo e gioioso traguardo.

Questo mio studio è dedicato a tutti coloro che amano e apprezzano la dedizione del cavallo all'uomo e sono interessati a conoscerlo un po' di più.

Maria Grazia

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COMPRENDERE IL LINGUAGGIO DEL CAVALLO

di Maria Grazia Ballerini
Corso di Osteopatia Equina - Prof. Eddy Deforest
Anno accademico 2013-2014

Ringraziamenti

Un grazie di cuore a Bisi, la mia cavalla, che mi ha permesso di entrare nel suo mondo,
a tutti i cavalli che l'hanno accolta e vivono insieme a lei,
a Giampio e Concetta che con amore hanno dato a Bisi la possibilità di vivere in libertà
insieme ai suoi simili e ai due asini, come in una grande famiglia.

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Nella professione di osteopata equino il primo passo è saper comunicare con il cavallo, perché toccandolo non stiamo solo praticando delle tecniche ma entriamo in contatto con lui attraverso una comunicazione tattile.

E' indispensabile essere consapevoli di cosa gli stiamo emotivamente trasmettendo e saper interpretare cosa ci vuole comunicare il cavallo, se si sottrae perché ha dolore o è spaventato, se accetta e gradisce quello che stiamo facendo oppure è infastidito.
Comprendere il linguaggio con cui i cavalli comunicano tra di loro ci permette di interagire con loro, utilizzando un codice che conoscono.
Se li osserviamo mentre pascolano in gruppo ci rendiamo conto che il nitrito non è il principale mezzo di comunicazione perché comunicano per lo più in silenzio con movimenti della testa, delle orecchie, con gli occhi, con la posizione del proprio corpo e sfiorandosi con il muso.
I 5 sensi che utilizzano per comunicare determinano diverse modalità comunicative:
la comunicazione olfattiva,tattile,uditiva, gustativa e visiva.

LA COMUNICAZIONE OLFATTIVA

Gli animali emettono e percepiscono messaggi olfattivi prodotti dalle ghiandole della pelle. Il cavallo invia e riceve i segnali olfattivi con movimenti esplorativi della testa e delle narici, solleva il labbro e la testa per trattenere l'aria e poterla analizzare. I segnali da esaminare sono di riconoscimento del gruppo e dei luoghi.
I componenti di un branco si riconoscono tutti dall'odore e percepiscono se si sta avvicinando un animale e che tipo di animale, quindi é un sistema difensivo.

Con l'olfatto riconoscono anche il luogo in cui vivono.
Gli stalloni delimitano il territorio con l'urina e mucchi di feci e generalmente urinano sulle feci e urine delle femmine.
La particolare predisposizione del cavallo per l'olfatto dipende da un organo presente nella parte terminale della bocca, noto con il nome di " organo di Jacobson" che percepisce i ferormoni. Il tipico atteggiamento del cavallo con la testa alta e il labbro superiore arricciato è legato alla necessità di aspirare quanta più aria possibile per recepire i ferormoni della femmina.
Quando due cavalli si avvicinano per la prima volta la conoscenza avviene tramite l'olfatto e dopo se si accettano si sfiorano con il muso, per poi arrivare anche a un maggior contatto muso a muso oppure guancia a guancia.
Anche la conoscenza con l'uomo, che si avvicina a lui avviene attraverso l'odore, e il cavallo capisce se chi si avvicina ha paura, è nervoso oppure tranquillo.

LA COMUNICAZIONE TATTILE

I cavalli hanno assolutamente bisogno del contatto con i loro simili.
Il cavallo ha una percezione tattile su tutta la superficie del corpo, attraverso le terminazioni nervose viene percepita la vicinanza e il contatto con altri corpi e oggetti, ha un'idea del proprio volume e della posizione del suo corpo.
Molto importanti sono i peli tattili che crescono intorno alla bocca e al naso, i quali svolgono un'azione esplorativa analoga a quella dei baffi dei gatti.
I cavalli a volte si spingono come per gioco per spostare dalla loro traiettoria un altro cavallo, in realtà effettuano una sorta di verifica della forza dell'altro.
Le grattatine reciproche che si danno con gli incisivi, soprattutto in prossimità del garrese, sul collo sotto la criniera e nei punti in cui non possono arrivare da soli, hanno una frequenza di 40/50 al minuto e corrisponde alla frequenza del loro battito cardiaco.

Quando il cavallo appoggia il muso sulla spalla di una persona vuol dire che l'ha accettata e le manifesta la sua fiducia.

LA COMUNICAZIONE UDITIVA

Molta curiosità del cavallo verso il mondo esterno passa attraverso le orecchie, mobili e dotate della caratteristica di potersi orientare in tutte le direzioni in modo indipendente una dall'altra.
Il cavallo non solo percepisce suoni e rumori, ma ne distingue anche la natura: riconosce un passo noto, associa le parole a determinate azioni e interpreta correttamente il tono della voce.
Queste capacità possono essere utilizzate nell'addestramento, insegnando al cavallo a fare o non fare certe cose con il richiamo della voce, senza necessità di mantenere sempre il contatto fisico con l'animale.
Nell'orecchio interno esiste una parte che non serve all'udito ma all'equilibrio, costituita da canali semicircolari, il cosiddetto labirinto, che ha il compito di trasmettere al cervello informazioni sullo stato di equilibrio del corpo e sui suoi movimenti.
L'udito è un senso indispensabile per l'apprendimento e la difesa ma è anche un senso che utilizzano per comunicare, ricevendo i messaggisonori e interpretandone il significato.

Di notte, per comunicare la propria posizione ad altri, i cavalli sbuffano, non solo all'aperto ma anche in scuderia.
I segnali vocali, ovvero i suoni prodotti dalla vibrazione delle corde vocali situate nella laringe, vanno interpretati in base al contesto in cui vengono eseguiti.

Il medesimo segnale, ad esempio il nitrito, può significare un saluto, un richiamo, una protesta perché è stato isolato dal resto del gruppo, una difesa o una minaccia di aggressione.
Lo sbuffo, cioè il mandar fuori con forza l'aria, indica la percezione olfattiva di qualcosa di interessante o pericoloso, e serve per avvisare gli altri cavalli.
E' spesso associato alla posizione eretta della testa e alla coda alta.
Il sospiro ha un significato simile a quello umano, sembra indichi la noia o la seccatura per dover fare qualcosa. A volte i cavalli sospirano quando vengono sellati o quando ripetono più volte lo stesso esercizio.
Nel trattamento osteopatico è una reazione del diaframma che indica un lasciar andare la tensione, quindi anche nei casi appena citati può essere una reazione del diaframma a una azione stressante.
Il sospiro è più una reazione del cavallo che una modalità di comunicazione con i suoi simili, è un segnale indicativo per l'uomo in generale e per l'osteopata.
Lo starnuto sembra che serva a indicare agli altri cavalli il proprio umore e anche la propria intenzione di tenere un'andatura più vivace perché a volte i cavalli starnutiscono prima di partire al galoppo. Secondo me potrebbe anche significare la necessità di liberare le prime vie respiratorie da qualcosa che li infastidisce, soprattutto ma non solo, prima del galoppo che richiede un impegno respiratorio maggiore.
Dei suoni tipo grida vengono emessi quando si trovano muso a muso, sono difficili da interpretare potrebbero sembrare segnali di avvertimento difensivi, ho notato che vengono fatti anche tra componenti affiatati dello stesso gruppo, apparentemente senza motivo, e anche dal cavallo adulto al puledrino.
Dei brontolii tipo mmm hanno il significato di disappunto, li sento quando la mia cavalla mi vede dare le carote ad altri, e non solo a lei, ha lo stesso significato del battere lo zoccolo a terra, però non mi è mai capitato di sentirlo fare dai cavalli tra di loro.

LA COMUNICAZIONE GUSTATIVA

Le leccate sono usate tra madre e puledro o tra maschio e femmina nel periodo di corteggiamento. A volte verso il padrone ma non è una modalità frequente come nel cane.

LA COMUNICAZIONE VISIVA

I cavalli inviano dei messaggi visivamente attraverso la posizione delle orecchie e delle labbra, il dilatare le narici, la posizione della testa, della coda, degli arti e a volte si posizionano con il corpo a 45° l'uno rispetto all'altro o nel tipico testa-coda in cui ognuno vigila dal suo lato.
Esistono tanti atteggiamenti che il cavallo può assumere: esplorativo, aggressivo, di dominanza, di sottomissione, di tranquillità.
Un cavallo tranquillo ha le orecchie aperte, la testa poco sopra l'orizzontale, la coda ne' schiacciata ne' alta.

Quando il cavallo guarda qualcosa frontalmente e porta la testa bassa ne sta valutando la distanza.
Se il labbro superiore viene mosso da destra verso sinistra e viceversa si tratta di una richiesta di cibo.
Le orecchie del cavallo si muovono in un arco di 180° e oltre ad essere un validissimo mezzo di esplorazione del mondo circostante sono un ottimo segnale per comunicare agli altri il proprio stato d'animo e le proprie intenzioni.
Orecchie erette e puntate avanti significano attenzione e determinazione, si nota questa posizione quando il cavallo esegue un lavoro o un esercizio che impegna la sua attenzione. Dimostra in questo modo anche la fiducia in sé e nel suo cavaliere, come quando si avvicina ad un ostacolo deciso a superarlo.
Orecchie distese all'indietro hanno il significato di minaccia e possono preludere all'intenzione di mordere o calciare. Quando il cavallo tiene le orecchie in questa posizione durante il lavoro vuol dire che esegue quanto gli viene chiesto malvolentieri o che il cavaliere gli sta dando ordini sbagliati.
Se un cavallo di rango inferiore si avvicina troppo a un cavallo di rango superiore o dominante, quest'ultimo tira indietro le orecchie: in tal modo minaccia l'altro cavallo e gli dice che deve rispettare una maggior distanza.
Orecchie puntate una avanti e l'altra indietro sono espressione di incertezza e di sorpresa, il cavallo cerca di capire qualcosa.
Orecchie tese indietro, testa sollevata e labbro superiore alzato - massima minaccia nei confronti di un altro cavallo - equivale al divieto di avvicinarsi ulteriormente.

Uno studio condotto dall'Università del Sussex in Gran Bretagna (riportato da National Geographic "I cavalli comunicano muovendo le orecchie" - 6 agosto 2014) e pubblicato sulla rivista Current Biology dimostra che i cavalli utilizzano le orecchie e gli occhi non solo per esprimere gioia, sorpresa rabbia, paura, pazienza e serenità ma anche per dare suggerimenti ai loro simili.
Gli scienziati del Sussex lavorano da tempo con 72 esemplari di cavalli.
Descriviamo una particolare prova alla quale sono stati sottoposti e che dimostra l'importanza delle orecchie nella comunicazione.
In una grande stalla vuota hanno messo lungo una parete due secchi uno a destra e uno a sinistra pieni di cibo e in mezzo una foto a dimensione naturale di una testa equina che indica chiaramente il secchio di destra ma con modalità diverse: con orecchie coperte, poi viene sostituita con una foto in cui le orecchie sono scoperte e gli occhi coperti e una in cui sia le orecchie che gli occhi sono scoperti.
Nella stalla viene fatto entrare un cavallo alla volta che nota la foto del suo simile e accetta il suo consiglio nel 75%dei casi quando orecchie e occhi sono scoperti e si dirige verso il secchio di destra, il 25% sceglie casualmente.
La foto con le orecchie scoperte ha una percentuale maggiore rispetto a quella con gli occhi scoperti ciò significa che con le orecchie coperte arrivano meno informazioni necessarie a indirizzare o condizionare il comportamento del cavallo.

Dalle orecchie arrivano informazioni preziose e questo lo sanno i cavalieri che sono attenti alle orecchie per capire la reazione del cavallo.
Sulla base di questi studi possiamo renderci conto quanto la possibilità di entrare in contatto con i loro simili e di comunicare venga negata ai cavalli che indossano i paraocchi.

LA MIA COMUNICAZIONE CON IL CAVALLO

Conoscendo le modalità di comunicazione del cavallo con i suoi simili posso interpretare i suoi comportamenti e interagire più facilmente con lui.

Per me come osteopata, quando mi avvicino a un cavallo che non conosco è importante entrare con discrezione nel suo spazio, osservo la reazione del cavallo e gli permetto di sentire il mio odore e la mia voce.
Interpreto il suo linguaggio posturale ed espressivo e se è adeguato al contesto inizio a toccarlo, se invece è agitato aspetto che sia lui ad avvicinarsi, mi avvicino e mi allontano per non imporgli la mia presenza e stimolo la sua curiosità di conoscermi.
Se è ansioso prima di iniziare il trattamento vero e proprio lo tocco per rassicurarlo e eventualmente inizio con il massaggiare alcune zone o contatto il diaframma per fargli rilasciare la tensione.
Importante è anche rassicurare il proprietario, qualora sia una persona ansiosa, perché la sua agitazione viene percepita dal cavallo.
Durante tutto il trattamento sono attenta alle reazioni del cavallo, se dimostra di sottrarsi perché nella zona che sto contattando ha dolore diminuisco la mia pressione o pratico una tecnica fasciale o mi sposto in un'altra zona per poi tornarci successivamente.

Il mio primo obiettivo è conquistare la sua fiducia, non impormi ma tenere conto delle sue reazioni e una volta che si è tranquillizzato ho la sua collaborazione. La mia gioia più grande è quando percepisco la sua gratitudine...si perché gli animali spesso ringraziano e vi invito a non perdervi questo momento.

Inviando al cavallo un apprezzamento sincero per la sua disponibilità
e una profonda gratitudine per quanto ci dona di se stesso,
apriamo nuove vie di comunicazione e infinite nuove possibilità.

Quando ai cavalli apri il tuo cuore
essi ti rispondono donandoti il loro

Maria Grazia

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